La Donna Nella Civiltà e Nella Storia
Dicembre 5, 2014Angeli
Dicembre 7, 2014L’incontro con Dalila Di Lazzaro può dirsi un incontro con l’eleganza, la femminilità ed il coraggio. Il sex appeal di una donna da anni impegnata pubblicamente in delicate battaglie sociali. Una vita in continuo rinnovamento nelle sue più diverse anime artistiche
Di Massimo Gava
Non per niente Andy Warhol quando la presentò alla stampa americana disse: “Dopo Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Silvana Mangano ecco a voi Dalila Di Lazzaro” e la scritturò subito per il suo film Frankstein a fianco di Joe Dallesandro che negli Usa incassò al botteghino più di 7 milioni di dollari, una cifra astronomica per quei tempi.
“La vita mi ha dato grandi soddisfazioni ma è stata anche molto dura con me”. Mi racconta seduta sul divano nel suo appartamento di Milano.
Un velo di tristezza appare improvviso nei suoi occhi azzurri, il ricordo del figlio prematuramente scomparso è una condizione non facile da sopportare per un genitore. Ma dopo quell’ attimo di smarrimento ecco riapparire la Dalila di sempre che parla apertamente di quel triste avvenimento e anche di come lei costantemente percepisca la presenza di suo figlio nel quotidiano. Da questo “sentire”è nato il bisogno di affidare ad uno scritto la sua esperienza , L’ angelo della mia vita, la ragione del suo primo libro .
Il consenso ottenuto, le ha fatto scoprire una nuova espressività artistica che l’ha portata ad essere, oggigiorno, una scrittrice affermata con cinque libri di successo.
Sono libri nei quali Dalila snoda gli aneddoti di una vita che l’ hanno vista protagonista indiscussa degli anni 70- 80. Dei ricordi, delle sue passioni di ragazza, del suo crescere ad Udine, dell’educazione di una madre severa.
Come un filo che raccoglie una perla dopo l’altra, Dalila Di Lazzaro, si racconta nei suoi tratti caratteriali e in quegli eventi di transizione che lei ha saputo annodare con fermezza. Nonostante un matrimonio riparatore all’età di 15 anni e la nascita del suo unico figlio Christian, riuscirà grazie alla sua travolgente bellezza ed alla sua notevole intelligenza ad approdare a Roma e diventare una delle donne più corteggiate ed amate del pianeta.
Nella capitale viene notata da Federico Fellini che però la considera troppo magra :“ Hai una faccia incredibile “, le confida il regista, “ma sei troppo ossuta , mangia, mangia tanta pasta , ragazza mia!” ricorda Dalila sorridendo. Era nota la passione del regista per le forme giunoniche delle sue protagoniste. “ Io mangiavo e anche tanto !- Racconta, – ma la mia costituzione era cosi, non mi permetteva di ingrassare”.
Alta, snella, sarà esattamente questa sua naturale bellezza a portarla al successo come modella sulle copertine di Vogue, Elle ed altre innumerevoli testate. Si accorge di lei anche il produttore Carlo Ponti che la scrittura e da qui in avanti la sua fama sarà tutta in ascesa. Viene richiesta dai registi più importanti del mondo e dai più affermati fotografi di moda. Jack Nicholson le suggerisce di restare in America, Alain Delon le chiede di trasferirsi in Francia; lei ha a cuore solo il figlio Christian che vuole allevare da sola e distante da quel mondo di apparenza nel quale lavora.
Con il senno di poi, alla luce della sua battaglia sociale sul diritto all’adozione per i single, fosse rimasta a vivere negli USA, Dalila Di Lazzaro come tante sue colleghe americane, sarebbe riuscita anche in questo suo intento. La legge italiana, invece, non lo consente – “ Ed io sono italiana, vorrei adottare in Italia e continuerò a sostenere questo diritto” – afferma con determinazione.
Ed ecco un altro aspetto meraviglioso della donna Dalila che si fa paladina per la revisione di una legge che penalizza non solo i single ma soprattutto i bambini, ai quali viene negato l’amore di una famiglia solo perché monogenitoriale.
“Non trovo moralmente accettabile che questi piccoli vengano lasciati crescere negli istituti perché una legge obsoleta impone, quale requisito fondamentale all’adozione, la compresenza di un padre ed una madre “ – Ribadisce Dalila – “ci sono tanti genitori che per svariate circostanze sono forzatamente singoli, cosa facciamo, gli togliamo la patria potestà? ”
Non posso che condividere questo suo pensiero, anche perché è da ottusità come queste che si capisce come l’Italia, da Paese innovatore qual’ è sempre stato, si ritrova oggi ingessato e annichilito da un conservatorismo burocratico che fa pagare un pizzo insopportabile ai suoi cittadini.
Dalila Di Lazzaro non demorde e presenzia in televisione, parla in radio, non ha paura di mettere a disposizione la sua notorietà per una giusta causa e lo fa, sempre, con la verve che la contraddistingue : “Sono una donna e una donna lo sa bene quando è il momento di mettersi in discussione ” mi afferma, senza rendersi conto che mi ha appena menzionato il titolo del suo ultimo libro. Ed è qui che la sua bellezza diventa travolgente. Ma questa è solo una delle tante azioni per le quali l’attrice – scrittrice si fa portabandiera . Un’ altra battaglia intrapresa è quella per veder riconosciuto, dai protocolli della Sanità, come una patologia di fatto, il dolore cronico . Una condizione di sofferenza che non riguarda solamente gli adulti ma di cui sono affetti anche molti bambini. Così Dalila impiega sé stessa e la sua immagine pubblica per una campagna di sensibilizzazione affiancando un ospedale del Friuli che, sull’argomento, investirà nella ricerca scientifica.
Perche una donna lo sa? – Chiedo, riconoscendole, una passionalità che traspare nonostante la tipica classe austera delle donne friulane.
“Una donna lo sa perché ha le antenne, il sesto senso, perché ragioniamo con il cuore, siamo sensitive.” ribadisce sorridendo.
E un libro sugli uomini? – Mi trovo spontaneamente a chiederle senza un particolare presupposto
“Ah quello sarà il prossimo!” Mi risponde pronta con una risata!
Immagino che ci sarà molto da dire e non vorrei essere nei panni dei protagonisti visto che, già nei suoi romanzi ne traspare una buona dose di pensiero. Ma il mio interesse si focalizza sull’uomo che più di tutti forse ha creduto in lei e l’ha lanciata nel firmamento delle star internazionali.
Come è avvenuto l’incontro con Andy Warhol?
“Che strano personaggio” – Mi risponde sorridendo – “Nel film Flesh for Frankenstein o Frankenstein, titolo con il quale è conosciuto ai più, io interpreto la donna perfetta, creata assemblando i migliori pezzi di altre ragazze. Ero agli inizi della mia carriera – ricorda Dalila – e dividevo con un’amica un appartamento a Roma. Un giorno l’assistente di Warhol mi telefonò, io pensai che fosse uno scherzo, visto che tra amici ci si faceva spesso questo genere di cose, per cui risposi gentilmente e misi giù. Questo gioco proseguì per un po’ di tempo fino a quando l’assistente mi convinse ad incontrarlo e poi mi scritturò per il film.”
Ma Warhol in realtà come era? Richiedo, tentando di carpire una testimonianza diretta su questo personaggio e Dalila non si risparmia nel raccontarmi le stranezze dell’ ideatore dell’ arte pop
” parlava con una soffice voce nasale non ti guardava mai direttamente negli occhi, si animava solo quando aveva attorno a se gente ricca o importante”- ribadisce Dalila “All’ inizio non capivo la stranezza di quei suoi capelli gialli, solo in seguito mi rivelarono che era un parrucchino. Ma, a dir il vero, tutto in quegli anni per me era strano. Stavo filmando con il regista Paul Morrissey, mi giravo e vedevo Andy che parlava con David Bowie o Mick Jagger – ricorda La Di Lazzaro – Erano i tempi della factory dello Studio 54 a me e’ sempre piaciuto ballare e cantare e mi sentivo davvero fortunata, era molto eccitante esser al centro di tutto questo.”
E noi giusto per ricreare un po’ le atmosfere visive di quel periodo vi facciamo omaggio del singolo dal titolo Extra Love dell’84 dove Dalila Di Lazzaro, canta in inglese, con i ritmi della disco dance di quei favolosi anni !
Ma tornando ai nostri giorni. Quale sarà la sua prossima battaglia sociale? chiedo interrompendo quell’ album di ricordi che l’ hanno vista protagonista di quel periodo.
“Ah, la prossima battaglia sarà sulle banche che approfittano dei risparmi della gente, vendendo prodotti finanziari avariati per il loro semplice profitto.”
Risponde decisa e possiamo stare certi che anche questa iniziativa otterrà largo consenso.
Il punto di forza della narrativa della Di Lazzaro è che, l’ attrice/scrittrice non ha nessuna pretesa di insegnare ai suoi lettori un modello di vita; lei semplicemente desidera condividere con loro le proprie esperienze, incoraggiandoli a guardare all’ interno di se stessi.
E se questo, come mi riafferma lei , “può aiutare qualsiasi persona, ad assecondare le proprie aspirazioni e perseguendo i propri obbiettivi … beh! allora ho già raggiunto il mio scopo! – dice nascondendosi dietro un tenero sorriso – “vede, mi sono sempre sentita più un artista che solo un’ attrice” confida quasi timidamente, e non è difficile crederlo, perché ne ha lo spirito naturale che la porta costantemente a mettersi in discussione e a reinventarsi.
Non so se Andy Warhol abbia visto quello che ho visto io in questa bellissima donna, che dall’alto dei sui 61 anni affascina ancora con le sue storie, ma penso che per un’ attrice, scrittrice , cantante, artista, comunque lei si voglia definire, questo sia il copione più bello; l’opera più completa che la donna Dalila Di Lazzaro sta dimostrando di saper interpretare; un modello di vita indossato con successo, coraggio e la determinazione che appartiene solo a delle grandi donne.