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Gennaio 16, 2015Valentino Zucchetti: Ballerino solista del Royal Ballet di Londra si racconta sotto i riflettori di Dantemag.
Il periodo natalizio è propiziatorio per parlare di danza e balletti. In questi giorni, in tutto il mondo, ci sono migliaia di produzioni che propongono momenti scenici che evocano l’ atmosfera festiva del natale e Dantemag vuole unirsi al coro raccontandovi la magica storia di un bambino che, guardando uno spettacolo in televisione, volle diventare un ballerino di danza classica riuscendoci con successo .
di Massimo Gava
Valentino Zucchetti, nuova star internazionale della danza nasce 26 anni fa a Calcinate, un piccolo paese nella regione Lombardia. Valentino inizia la sua formazione artistica presso l’unica scuola di danza locale a soli quattro anni. Potrebbe sembrare presto, direte voi, per sapere quello che si vuole fare nella vita, eppure Valentino dopo aver visto Mickhail Baryšnikov volteggiare in uno spettacolo televisivo chiese alla mamma di iscriverlo ad una scuola di danza classica.
Sua madre lo assecondò, probabilmente più per tenere a freno questo bambino iperattivo che altro – mi dice con una timida risata Valentino durante una pausa delle prove del Don Chisciotte – Da quel momento, tutto il resto e’ storia. All’ età di 11 anni si trasferisce a Milano ed entra nel corpo di ballo del Teatro alla Scala
“Ero cresciuto in campagna e la città mi spaventava un po’ ” ammette. “ Soprattutto una città come Milano dove mi sembrava che la gente fosse cosi sofisticata, era come andare in un altro mondo ”. Ma la sua determinazione a voler ballare gli fa superare l’impatto con questo stile di vita tanto diverso dal suo. Grazie alla preparazione raggiunta a La Scala, a 16 anni, il nostro ballerino fa un’ audizione per la Scuola del Royal Ballet di Londra che, nel vederlo danzare, gli assegna immediatamente una Borsa di studio.
Cosi Valentino viene nuovamente catapultato in un’ altra città, Londra. La barriera della lingua ? – “Not a problem!” Mi dice … “ Con il teatro La Scala avevo frequentato dei corsi di lingua e spesso si facevano dei corsi di perfezionamento negli USA. All’ inizio i miei amici del Royal Ballet mi prendevano un po’ in giro, dicevano che avevo un accento americano mescolato con quello italiano, che parlavo un po come Al Pacino ! – dice – Ma pian piano oltre al perfezionamento delle tecnica artistica anche la pronuncia migliorò. Nel 2006 vince il genee dance challenge una competizione internazionale per decretare i migliori ballerini e nel 2007 viene premiato come la miglior performance solista della Scuola di danza del Royal Academy.
Poi un altro trasferimento, ed entra a far parte del corpo di ballo di Zurigo. Gli chiedo perché di questo cambiamento, sospettando sia stato per ragioni romantiche visto che … Dopo una risata iniziale – glissa sulla risposta che desideravo approfondisse dicendomi:
“Le scuole hanno approcci diversi ed ho sentito l’esigenza di sperimentare delle tecniche nuove così da poter ampliare il mio repertorio con altri ruoli e lavorare con diversi coreografi. Noi, ballerini classici, siamo come qualsiasi altro atleta – continua Valentino – abbiamo un arco di tempo nel quale raggiungiamo il meglio delle nostre capacità fisiche . Il picco ottimale della nostra fisicità lo raggiungiamo tra 25 e 35 di età e al fine di ottenere la perfezione di movimento richiesta per le varie coreografie è necessario lavorare sodo, per strutturare un corpo che possa sopportare l’ intensità degli spettacoli. E’ fondamentalmente come avere un allenatore diverso che ci potrà portare in direzioni nuove e stimolanti “. Sì, quèsto e tutto molto bello, ma a Zurigo è successo anche un’ altro fatto che non ha nulla a che vedere con la tecnica del balletto . Valentino sorride alla mia insistenza”Sì ho incontrato la mia ragazza – ammette – Lei veniva da Vienna, studiava danza nella stessa scuola, ma poi si trasferì in America per ballare e solo qualche anno più tardi ci siamo ritrovati ed ora stiamo insieme” .
Valentino – proprio come il suo omonimo tombeur de femmes Rodolfo – ha conquistato il cuore della splendida ballerina Mercedes Schindler, una bellezza classica d’ altri tempi. Non hanno mai ballato insieme a Zurigo, però l’ ha seguita in alcune coreografie, mi spiega – ” Lei e alta quasi quanto me ma bisogna sempre considerare che le ballerine danzano sulle punte e la loro altezza aumenta di oltre 10 centimetri e mi sovrasterebbe, in ogni caso, ora ha una carriera principalmente come modella “. Così, dopo Zurigo nel 2009, Valentino entra a far parte del Balletto Nazionale Norvegese e dopo neanche un anno, nel 2010, rientra al Royal Ballet dove viene promosso a Primo artista nel 2011, Solista nel 2012 ed infine Primo Solista nel 2014. E’ stata la ricompensa per il ritorno del figliol prodigo ? chiedo”No” – dice sorridendo – “Avevo acquisito molta più l’esperienza e il direttore del Royal Ballet Monica Mason mi ha ritenuto maturo per assumere ruoli più importanti qui a Londra “.
Il repertorio di Zucchetti al The Royal Ballet include Rhapsody , Blue Boy ( Les Patineurs ) , Lescaut e Beggar Chief ( Manon ), Fratello Clown ( Il racconto d’inverno ) , Puck ( The Dream ) , Hans – Peter ( Lo Schiaccianoci ) , Mercuzio e piombo Mandolino ( Romeo e Giulietta ) , Bronzo Idol ( la Bayadère ) , il Pas de Trois dal Lago dei Cigni , Bluebird ( la bella addormentata ) , e ora sta provando Don Chisciotte dove è espada il toreador principale della prossima stagione natalizia e aprira’ Onegin a gennaio dove sarà Lensky .
Federico Bonelli , il primo ballerino qui al Royal Ballet che, pure, ho avuto il piacere di intervistare per Dantemag, mi dice: “Valentino non è solo un grande ballerino , ma sta anche diventando un grande coreografo “.
E questo quello che ti riserva il futuro? Gli chiedo sapendo che ha vinto diversi premi per le sue coreografie all’ interno del Royal Ballet e lo scorso anno ha coreografato Proposta orbitale per il New English Ballet Theatre.
“Il Royal Ballet offre l’opportunità di sperimentare anche con altri corpi di ballo ” – risponde – ” è come se mettessero in mostra il talento che hanno in casa. Credo rifletta un po’ la storia di questo posto, visto che Dame Ninette de Valois, la fondatrice , chiamò inizialmente questa Scuola con il nome di Accademia di Arte Coreografica. Ma non sarei mai in grado di coreografare bene se non riuscissi a cimentarmi nei diversi ruoli e, per quanto mi piaccia la coreografia, la danza classica resta sempre il mio primo amore e sai che si dice del primo amore!”
Beh, suppongo che non ci sia modo migliore per terminare questa intervista, con una frase ché esprime al meglio l’ essenza di questo talentuoso artista italiano. Valentino mi confida che la mamma gli diede questo nome in onore dello stilista suo omonimo del quale era un’ ammiratrice. Ma forse quello che ancora il nostro Valentino non sa e che nell’ etimologia del suo nome, già c’era una verità che gli appartiene; e sta nella derivazione latina valiant del nome che significa coraggioso e tenace, aggettivi che ben descrivono il percorso di vita di questo ragazzo determinato che dal paese ha imparato come andare a prendersi le cose che gli appartenevano di diritto. La passione, l’ amore e la dedizione all’ arte sono gli ingredienti fondamentali che questo artista italiano ha mescolato nella sua vita. Sia che scelga di continuare ad incantarci, piroettando dai palcoscenici del pianeta o regalandoci coreografie strepitose,in entrambi i casi,i suoi successi hanno già segnato un lungo corso; una strada iniziata in quel sogno di bambino che dal suo primo viaggio in treno per Milano lo ha poi accompagnato sempre più lontano, facendolo diventare quello che oggi è … il Valentino Zucchetti che con la sua sorprendente tecnica artistica e raffinatezza tiene alto il valore della danza e del talento Italiano nel mondo.