“THUMBS UP” PER EXPO 2015
Dicembre 7, 2015Due ragazzi una canzone. Un sogno, la musica.
Dicembre 15, 2015Un gruppo europeo che vede uniti sotto l’egida del progetto Espoir sette dei maggiori centri di cardiologia e cardiochirurgia in Europa, mette in atto una forma pioneristica di terapia che rivoluzionera’ la cura delle malattie cardiache.
Una scoperta non tanto raccontata dalla stampa generalista ma che noi di Dante siamo ben lieti di raccontare grazie al contributo esclusivo del Dott. Massimo Padalino, medico cardiochirurgo del centro pediatrico per le malattie congenite cardiache dell Universita’ di Padova.
di Dott. Massimo Padalino
Per la prima volta, sette nazioni europee cooperano ad un progetto clinico per l’applicazione di valvole cardiache rigeneranti nel trattamento delle cardiopatie congenite. Il progetto si chiama ESPOIR ed è finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del programma per la salute (health). (http://www.espoir-clinicaltrial.eu)
Le malattie cardiovascolari sono la più importante causa di morte in Europa. Oltre all’ipertensione arteriosa e all’Ictus, le malattie cardiovascolari possono colpire il cuore, i vasi sanguigni, le arterie coronarie e le valvole cardiache.
In particolare, le cardiopatie congenite, colpiscono circa 1 su 100 nuovi nati in Europa.
Il costo etico e sociale è importante. Se si considera che circa 5 milioni di persone attualmente vivono in Europa con una cardiopatia, il costo di spesa stimato e’ di circa 169 miliardi di euro all’anno.
Molte cardiopatie congenite e acquisite possono necessitare di sostituzione valvolare. Tuttavia, nessuna delle protesi valvolari attualmente in commercio può essere considerato un sostituto valvolare ideale, perche’ carenti della potenzialità di sviluppo, non possono cioe’ né crescere ne rigenerarsi col paziente. Bisogna specificare inoltre, che le cosiddette valvole “meccaniche” richiedono terapia anticoaugulante, esponendo il paziente al rischio di emorragia o tromboembolismo, mentre le valvole “ biologiche”, cioè costruite con materiale biologico come il pericardio bovino (heterograft) o di provenienza da un donatore (homograft), in genere vanno incontro a degenerazione tissutale calcifica che porta frequentemente ad un reintervento chirurgico, soprattutto nel caso di bambini o giovani adulti.
Un sostituto valvolare ideale, dovrebbe avere la potenzialità di crescere anche quando impiantato in pazienti pediatrici.
Per questo motivo dal 2002, un gruppo di ricercatori dell’Università di Hannover ha sviluppato con tecniche di ingegneria tissutale, una valvola cardiaca che ha la caratteristica di essere decellularizzatata, ovvero non contiene il proprio DNA. Pertanto, potenzialmente non può scatenare il rigetto d’organo.
In termini più tecnici, queste valvole derivano da valvole cardiache prelevate da un donatore, che non sono criopreservate ma bensì fresche, e che vengono trattate chimicamente per sterilizzarle da virus e microorganismi potenzialmente patogeni, successivamente subiscono un’ulteriore trattamento chimico per l’eliminazione del DNA, cosi’ da lasciare solamente il tessuto connettivo, la cosiddetta matrice extracellulare valvolare.
La valvola decellularizzata ottenuta è pronta per l’utilizzo. Tale valvola è stata valutata in maniera esaustiva sia dal punto di vista immunologico che istopatologico.
Dopo il successo dei primi impianti nel modello sperimentale, queste valvole sono state impiantate con successo in alcuni pazienti pediatrici e adulti selezionati.
Attualmente, circa un centinaio di pazienti con cardiopatia congenita che colpisce la valvola polmonare sono stati sottoposti con successo ad impianto di valvola decellularizzata, e dopo circa 10 anni di valutazione clinica, questi pazienti stanno bene, e la valvola funziona senza alcuna terapia. Inoltre, quando paragonata ai sostituti valvolari tradizionali attualmente in commercio, questa valvola decellularizzata sembra essere meglio tollerata e capace di rigenerarsi.
Questi risultati clinici sono stati presentati al Congresso annuale della prestigiosa American Heart Association nel novembre 2010, e quindi pubblicati su eminenti riviste scientifiche nel settembre 2011.
Nonostante sia ancora troppo presto per dare delle certezze possiamo pero’ orgogliosamente dire, che nessuna di queste valvole ha avuto bisogno di essere sostituita per rigetto o degenerazione tissutale, ed il monitoraggio immunologico non ha rilevato anomalie in nessuno di questi pazienti. Anzi, nei pazienti più giovani è stato evidenziato un incremento parafisiologico dei diametri valvolari come si ha nella normale crescita dei bambini.
Da questa esperienza preliminare, il consorzio ESPOIR ha riunito 7 centri Europei esperti in chirurgia delle cardiopatie congenite. Questi centri partecipano allo studio multicentrico randomizzato prospettico, che prevede l’impianto di valvola polmonare decellularizzata ESPOIR (preparata da Corlife ®, ad Hannover, Germania) in almeno 200 pazienti.
Questi centri del progetto clinico ESPOIR si occuperanno del reclutamento di un numero totale di pazienti adeguato, per effettuare una analisi clinica dei risultati di queste valvole innovative, in confronto alle valvole convenzionali. Questo network europeo ha lo scopo di analizzare in maniera inequivocabile la funzionalità a distanza di tali valvole su un gruppo ampio ed eterogeneo di malati, e la riproducibilità dell’impianto della valvola in altri centri, con altri chirurghi o con altre terapie mediche.
I centri di cardiochirurgia scelti per il progetto Espoir sono stati quelli che tra i paesi europei hanno una maggiore esperienza e casistica nel trattamento delle cardiopatie congenite e sono: Hannover, in Germania, come centro coordinatore; poi in ordine alfabetico: Chisinau, (Moldavia); Leiden, (Olanda); Leuven,(Belgio); Londra, (Regno Unito); Padova, (Italia); Zurigo (Svizzera).
Oltre a questi centri, sono anche coinvolte quattro tra le maggiori Banche di Tessuti in Europa per la ricerca di donatori, e sono Bruxelles, Hannover, Rotterdam e Treviso.
Da Marzo 2015, il progetto ha iniziato la sua fase clinica e circa 40 pazienti in Europa hanno potuto beneficiare con successo di questa nuova terapia. Il progetto va avanti e i risultati fino ad ora sono molto incoraggianti.
Solo nei prossimi 3 anni, alla fine della fase clinica del progetto ESPOIR, ci saranno maggiori informazioni disponibili che potranno confermare, se questa valvola cosi’ pionersitica, sia non solo un sogno diventato realtà per tanti pazienti affetti da queste patologie, ma anche una pietra miliare nella storia della medicina moderna.
(Il progetto ESPOIR ha ricevuto finanziamento del Settimo Programma Quadro dell’Unione Europea (FP7/2007-2013) con Grant agreement number 278453)