Ma dov’è finita la creatività?
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Dicembre 7, 2015Una facile guida al COP21, scritta da un economista
di Steve McCarthy
Che cosa è questo COP21 iniziato a Parigi il 30 novembre?
Ebbene, COP significa conferenza delle parti interessate ai cambiamenti climatici ed e’ la 21ª riunione a livello mondiale. I rappresentanti di 196 governi, più di 100 organizzazioni non governative (NGO) e almeno 3000 giornalisti, daranno voce ad un pianeta in crisi, sperando di raggiungere un accordo sulla restrizione di certe pratiche dannose per l’ambiente.
Il COP è un evento che si ripete ogni anno ma questo è particolarmente importante perche’ si cerchera’ di raggiungere un accordo per la modifica del trattato di Kyoto, che nonostante sia stato raggiunto nel 1997 non è stato abbastanza efficace nel limitare l’emissione dei gas causa principale dell’effetto serra.
Il fatto che i cambiamenti climatici siano il risultato delle attività umane ed in particolare dell’emissione di ossido di carbonio, prodotto dai combustibili fossili come carbone e petrolio, viene ora riconosciuto quasi universalmente. Esiste pero’ ancora una minoranza di persone che per convenienza negano l’ evidenza, vedi le compagnie petrolifere negli Stati Uniti d’America – un gruppo piccolo ma molto influente.
Studi sui cambiamenti climatici sono stati effettuati in tutto il mondo presso università e laboratori di ricerca. Il tutto è stato poi analizzato periodicamente dal Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), una commissione intergovernativa sui cambiamenti climatici di presunta neutralità ma che a volte è stata accusata di troppo pessimismo. Sta di fatto che, la quinta relazione prodotta dall’IPCC nel 2014 ha previsto che in questo secolo, la temperatura terrestre potrebbe aumentare fino ha 4,8° centigradi. Rimangono ovviamente dei dubbi su questa previsione in quanto modelli statistici hanno ampi margini di errore. Non bisogna comunque dimenticare che le previsioni accettate sono di un aumento massimo che non dovrebbe superare i 2° centigradi alla fine di questo secolo.
La conferenza di Parigi dovrebbe incoraggiare una maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici e sulle nostre responsabilità a riguardo la riduzione del consumo energetico. Ma lo scopo principale di COP21 è quello di raggiungere un’ accordo vincolante fra i governi partecipanti in modo da limitare l’aumento della temperatura terrestre fino al 2050 entro un massimo di 2° centigradi. Questo perché se non ci fossero cambiamenti e ci fosse uno sforamento dei parametri con innalzamento della temperatura compresa fra i 3° e i 5° centigradi, le conseguenze per il pianeta potrebbero essere disastrose.
Ecco perche’ l’incontro di Parigi, una città che ha recentemente vissuto un’esperienza tragica, e’ importante perche’ ha lo scopo di salvare il pianeta dagli effetti incontrollati di attività umane.
Per quelli che come me che vivono in paesi più freddi, forse l’idea di un aumento di 3° centigradi può sembrare allettante. Ma la realtà è che un aumento di temperatura di questa magnitudine comporterebbe conseguenze climatiche in tutto il mondo. Alcune zone di produzione agricola diventerebbero deserti, altre parti del mondo sarebbero allagate. Secondo alcuni studiosi stiamo già vivendo gli effetti di questi cambiamenti climatici. Ma lo scioglimento delle calotte polari porterebbe un innalzamento del livello del mare tale che città come Londra e Venezia potrebbero essere completamente sommerse.
Nei prossimi giorni vedremo se COP 21 porterà un accordo internazionale effettivo ed efficace. Probabilmente si parlerà molto del compenso che i paesi più ricchi daranno ai paesi più poveri per permettere loro di investire in metodi di produzione di energia alternativa o rinnovabile ma questo non cambiera’ la sostanza del problema. Il risultato più importante dipenderà da fattori politici che possono sembrare apparentemente non correlati.
Nonostante ciò i paesi da tenere sotto controllo sono:
Cina – oggi il più grande produttore di gas dannosi, ma anche uno dei paesi più attivi nella costruzione di un grande numero di centrali nucleari;
Stati Uniti d’America – uno dei più grandi produttori di gas fossili per capita e probabilmente il paese più restio ai cambiamenti;
India – al momento fra le nazioni con la più bassa emissione per capita, ma con un enorme popolazione e una classe politica restia a privare i suoi cittadini degli indiscutibili benefici di un alto consumo energetico.
È facile essere pessimisti e sembra probabile che il risultato del COP21 non raggiungerà l’obiettivo dei 2° centigradi in modo adeguato. Ma ci sono altre strade da percorrere. Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione e ai social media, le abitudini possono cambiare molto rapidamente.
Un aiuto forse potra’ arrivare anche dalla enciclica Laudato Si, che Papa Francesco, ha scritto , dove il santo padre fa riflettere sui reali problemi a monte della distruzione ambientale. Il materialismo e consumismo sfrenato sono diventati i nostri nuovi idoli ma come tutti gli idoli falsi non sopravviverànno a lungo. Quindi, anche se fossimo pessimisti per l’immediato futuro dobbiamo continuare a sperare e lottare per il nostro pianeta e l’umanita’ intera.
Steve McCarthy
@mccarthy_sjmc