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Dicembre 11, 2015IL PRANZO DELLA DOMENICA
Dicembre 24, 2015Non capita tutti I giorni di trovarsi ad inseguire un sogno, ma è quello che è successo a Chiara Marcon e Luigi Marchitelli che hanno vinto una borsa di studio al Centro Europeo di Toscolano, fondato da Mogol nel 1992, che ha lo scopo di coltivare nuovi talenti che vogliano affacciarsi al mondo delle musica.
di Alessandro de Stefani
Chiara Marcon, studentessa al terzo anno di medicina all’ università di Trieste, ci racconta come ha iniziato questo percorso artistico da quando, fin da bambina, giocava con la nonna a San Remo. Dalle canzoni del festival, all’ età di 11 anni , ha iniziato poi a prendere seriamente lezioni di chitarra e a 16 anni ha proseguito col canto.
Luigi Marchitelli invece ricorda come la prima volta che mise le mani su una tastiera elettronica fu usando quella di sua sorella, quando era in seconda media, da lì in poi, la musica è diventata il suo linguaggio preferito perchè le note a volte lo soddisfano più delle parole. Questo suo voler fare il musicista a tempo pieno, gli ha ritardato la stesura di una tesi in Etnomusicologia che deve scrivere da un paio d’ anni .
Entrambi descrivono la loro esperienza al CET come unica, dove si impara osservando chi conosce il proprio mestiere ed è disposto ad ascoltarti e darti dei consigli basati sulle loro esperienze. Un posto dove anche i compagni di classe condividono e criticano, dove la pluralità dei diversi punti di vista porta le persone ad essere più autocritiche .
Ma sentiamo direttamente da loro come si è svolta questa esperienza.
E cominciamo proprio da qua. Come vi siete trovati con i compagni di corso?
Luigi: Sei a stretto contatto giorno e notte con persone che hanno la tua stessa passione, al di là del genere musicale. Io avevo già frequentato il Cet e con molti dei miei ex compagni mi sento ancora a distanza di anni, è un luogo che crea amicizie e legami.
Chiara: Per me invece che era la prima volta qui, è stata una esperienza rilassatissima. E’ un mondo isolato, a parte. I compagni che ho avuto, fantastici! Nessuna competizione, tutti consci di avere le loro particolarità. Penso che sia proprio per quest’atmosfera che nascano facilmente collaborazioni come quella con Luigi.
Tu che sei il “veterano” avevi già avuto dei riconoscimenti come musicista ?
Luigi : Qualche soddisfazione me la sono tolta. Ho un canale YouTube abbastanza seguito, ho vinto dei contest all’epoca di Qoob.tv (la televisione di Mtv per intenderci) e spesso la mia musica viene usata per corti o video. Ho vinto anche qualche premio. Tra l’altro guardando la televisione ho trovato la mia musica in servizi di Report e telegiornali (ma la guardo pochissimo).
Tu invece Chiara che riconoscimento avevi avuto come musicista?
Chiara: Ho sempre studiato canto e chitarra, con ottimi voti, ma il concorso “Il mio canto libero” per la borsa di studio al Cet è stato il primo concorso che ho fatto. Dei riconoscimenti non mi importa molto, non essendo la musica il mio piano A, preferisco essere soddisfatta di ciò che faccio. Ecco, una grandissima soddisfazione l’ho avuta lo scorso dicembre quando ho dato forma alla mia prima canzone ( Crashing down) grazie all’aiuto di Roberto Grillo, colonna portante dei “The dust”.
Come è stato lavorare fianco a fianco con Chiara?
Luigi : E’ stato come andare a bere una birra con un amico, ti diverti e non ti pesa. Oggi la tecnologia permette di lavorare fianco a fianco virtualmente anche a distanza di chilometri. Chiara in mezza giornata riusciva a mandarmi anche due o tre take e tutti fatti benissimo… io avevo solo l’imbarazzo della scelta.
la Basilicata non esiste
Per quale motivo hai scelto Chiara per cantare questa canzone?
Luigi: Credo sia stata lei a scegliere la canzone, mentre la scrivevo non avevo in mente il tipo di interprete. La versione di Chiara mi è piaciuta e l’abbiamo usata.
E per te Chiara come è stato lavorare fianco a fianco con Luigi?
Chiara: Ecco, non è stato proprio fianco a fianco, lui era a Roma e io nel mio paesello bucolico vicino a Vittorio Veneto. Luigi è un musicista veramente in gamba, si era dimostrato disponibilissimo già durante i corsi al Cet. Questa collaborazione è stata la conferma delle idee che mi ero fatta su di lui.
Hai contribuito anche tu alla stesura del testo e della musica?
Chiara: Assolutamente no. Era un’idea di Luigi, io ho al massimo storpiato qualche nota della melodia.
Per quale motivo pensi che abbia scelto te per cantare questa canzone?
Chiara: Perché mi sono proposta credo. (fragorosa risata) Ma dovreste chiedere a lui.
Allora Luigi spiegaci meglio come è nata questa collaborazione?
Luigi: E’ nata spontaneamente: stavo pensando al pezzo, poi ho chiesto a tutti i compagni del corso chi se la sentiva di cantarlo e Chiara mi ha mandato una demo ed eccoci qua.
Da dove è arrivata l’ispirazione per scrivere la musica e il testo?
Luigi – all’inizio era una sola la protagonista, volevo scrivere qualcosa tipo “Silvia” o “Albachiara”, poi seguendo la musica è diventata “Sally”, poi sono diventate due, poi è diventata una storia d’amore finita male… nella musica ho un’idea ben precisa di quello che voglio ottenere, col testo mi lascio più trasportare e ne seguo l’evoluzione quasi da spettatore.
Che messaggio questa canzone vuole mandare ?
Luigi – E’ la classica “canzone di avvertimento”, “se fai questo”… “può succedere quest’altro”. volevo raccontare una storia d’amore tra due ragazze, finita male per colpa di un tradimento.
Questa storia si avvicina ad un fatto di cronaca o è inventata?
Luigi – Fa parte delle dinamiche umane, ci sono migliaia di storie simili a questa e molti di noi possono riconoscersi in almeno uno dei tre personaggi . Sicuramente avrò sentito qualcosa di simile al telegiornale, ma non ricordo il fatto di cronaca preciso, assorbo per poi metabolizzare anche a distanza di anni.
Quello che hai studiato al Cet ha influito molto nella stesura di questa canzone?
Luigi – Molto, volevo scrivere una canzone usando “cuore/amore” che non dicesse sempre le solite cose. Poi avendo frequentato la classe autori mi sono concentrato anche sul testo, cosa che faccio raramente essendo io fondamentalmente un compositore strumentale.
E per te Chiara come è stato l’approccio a questo lavoro?
Chiara – Con la sua musica Luigi riesce sempre a creare un mondo, carico di immagini ed emozioni. Quando ho sentito il primo provino è stata una cascata di sentimenti contrastanti. La tranquillità con cui racconta di questa realtà mi ha colpito.
Il tuo modo di interpretare questa canzone è stato puramente artistico oppure sei riuscita ad avvicinarti alla canzone e al suo messaggio?.
Chiara– Non penso che si possa cantare una canzone in modo puramente tecnicistico senza dare un peso alle parole. Poi è chi l’ascolta che può dire se sono o meno riuscita a rendere più emozionante il pezzo.
Cosa ha significato per te vincere questa borsa di studio al Cet?
Chiara – Ha decisamente aperto una nuova fase nella mia vita. Non pensavo di vincere, anzi pensavo che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei cantato seriamente. Ero pronta ad accantonare tutto, poi c’è stata la collaborazione con Luigi ed una in corso con Giuseppe D’Amico. Certo, procedo più lentamente, prendendomi delle lunghe pause per studiare, ma è stata una rinascita.
In ambito musicale quali sono i tuoi progetti futuri?
Chiara – Al momento sto pensando solo all’università, dopo l’esperienza al Cet voglio staccare e sedimentare per un po’. Probabilmente più avanti deciderò che direzione dare alla mia “vita musicale”.
E per te Luigi, quali progetti futuri hai in serbo per noi? Avrà un seguito questa collaborazione con Chiara?
Luigi – Scrivo e collaboro in continuazione con tanti colleghi, l’unico freno che ho, è la mia pigrizia. Con Chiara siamo amici ed è una premessa indispensabile per collaborazioni musicali future (almeno per quanto mi riguarda).
Che suggerimenti ti sentiresti di dare ad altri giovani per intraprendere una strada simile alla tua?
Luigi – Se qualcuno sente di avere la scintilla e qualcosa da dire deve andare avanti, è una strada che non si studia e non si impara, si migliora certo, ma il seme o ce l’hai o non ce l’hai… e quello possiamo capirlo soltanto da noi stessi.
Continuerai a diffondere la tua musica attraverso il canale youtube oppure stai cercando altri mezzi di comunicazione?
Luigi –Scrivere musica e caricarla su YouTube, iTunes e Spotify è l’unica cosa che faccio con costanza. Sono fondamentalmente una persona pigra, suono poco in giro ed ancora meno cerco contatti ed editori, ma sono cose che dovrei iniziare a fare, prima o poi.
Descrivimi chi sei In poche parole?
Sono Luigi Marchitelli, un compositore italiano di musica strumentale, tendente al minimalismo. Di solito scrivo colonne sonore, musica simile a Tiersen, Einaudi o Nyman. Mi diverto anche a scrivere arrangiamenti, testi, canzoni e musiche anche lontane dal mio genere principale. Ah! E mi piace coltivare peperoncino e basilico sul balcone di casa.
Melancholia
E per te Chiara Ci sono delle cose che pensi potrebbero essere di ispirazione per altri giovani che vogliono intraprendere una strada simile alla tua?
Chiara – Strada simile alla mia? Quale ? Medicina dici? Musica? A malapena riesco a programmarmi la mia giornata, figuriamo essere d’ispirazione a qualcuno.
Indubbiamente quello che traspare da queste due figure è lo spirito artistico e sono sicuro che sentiremo presto ancora parlare di loro. Watch this space guys!
Facendovi un in bocca al lupo per la vostre carriere ovunque esse vi porteranno, è stato un piacere aver condiviso con voi la vostra esperienza, perché ci avete fatto vedere che fuori c’è anche un altro mondo non solo fatto di calcio, veline e talent. Basta solo essere determinati nel cercarlo ovunque, qualunque esso sia, bisogna comunque cercarlo per trovarlo. Grazie ragazzi.
E per chi volesse saperne di più sulla loro musica ecco alcuni esempi del loro lavoro.