Siezus Lazius Fortius
Agosto 4, 2016L’uomo che sussurra agli animali. La seconda possibilità dei disabili vive in Italia e si chiama Alessandro.
Settembre 1, 2016Incontrare Patrizia Mirigliani è come addentrarsi in un archivio storico della bellezza italiana. Da quell’archivio sono nate icone di stile che sono state portabandiera dell’Italianità nel mondo: Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Silvana Mangano, la Pampanini, Lucia Bose per finire con Maria Grazia Cucinotta e tante altre che non sarebbero esistite senza l’opportunità che il concorso di Miss Italia ha dato loro.
di Massimo Gava
Oggi però Patrizia è un po’ preoccupata. Ha passato tutta la notte a vegliare il suo gatto che non stava bene. La sua assistente l’ha appena portato dal veterinario “Ieri ha giocato tutto il giorno, poi ha cominciato a non muoversi più – mi racconta – è stata un’agonia vederlo immobile, mentre con gli occhi cercava aiuto”.
Posso immaginare il senso d’impotenza nel vedere il tuo animale preferito chiederti aiuto e tu non sai che fare. Ma Patrizia dopo quell’attimo di smarrimento dice “The show must go on, come dite voi Inglesi” Sì, lo show deve continuare ripeto tra me mentre, con la grazia che la contraddistingue da sempre, è pronta a raccontare i segreti di quello che potrebbe essere definito il più longevo reality show nella storia della televisione, con un successo a livello internazionale senza precedenti.
Patrizia mi racconta come, inizialmente, non volesse essere coinvolta nella produzione dell’evento che il padre Enzo Mirigliani aveva fondato, perché detestava le attenzioni che riceveva indirettamente a causa della fama del padre. In seguito, sposatasi e diventata mamma, aumentò in lei la consapevolezza che questo programma fatto di donne poteva anche essere un veicolo per aiutare le donne.
Miss Italia nasce come Miss Sorriso nel 1939. Organizzato da Dino Villani, serviva a promuovere una marca di dentifricio, le partecipanti erano giudicate solo sulla base di una foto inviata. Dopo la seconda guerra mondiale, le ragazze hanno cominciato a esibirsi in passerella ed è stato proprio Enzo Mirigliani a rendere la competizione uno degli eventi più visti nel panorama televisivo tradizionale italiano, secondo solo al Festival di San Remo. Negli anni, i membri della giuria di Miss Italia hanno incluso attori e registi famosi come Totò, Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Alberto Lattuada, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Lina Wertmuller e Claudia Cardinale.
Dalla prima trasmissione radiofonica al passaggio televisivo il concorso di bellezza ha subito numerosi cambiamenti: ora la vincitrice è scelta direttamente dal televoto del pubblico a casa. Le partecipanti non sono più selezionate in base alle loro misure ed è stato anche aperto alle giovani mamme, basta che rientrino nei parametri di età che vanno dai 18-30. Quest’anno un’altra innovazione che Patrizia è orgogliosa di annunciare: Miss Italia è l’unico concorso di bellezza al mondo ad ammettere le partecipanti “curvy” cioè un po’ più “morbide” o, per usare un eufemismo corrente, che ha fatto tanto discutere sulla stampa italiana, un po’ “cicciottelle”.
Come mai non erano state inserite fin dall’inizio?
“è un fenomeno culturale che abbiamo in un certo modo subito, cominciato negli anni 90 con le “super model”- Risponde Patrizia. Il mondo della moda ha dettato dei canoni, che essere magre era sinonimo di bellezza e le partecipanti copiavano le loro beniamine. Ma quando venni a conoscenza del caso della modella francese Isabel Caro che morì a causa dell’anoressia, mi sono detta “adesso basta!” E poiché ero nella posizione di dire e fare qualcosa, ho cominciato a vociferare che bisognava cambiare la percezione che essere belle voleva dire essere magre.”
Ma cos’e la bellezza per Patrizia Mirigliani?
“E’ la combinazione di un insieme di fattori che rende una persona unica. Negli anni ho visto tante persone di bell’aspetto, ma senza un’anima. Però mi vengono sempre i brividi quando noto per strada una ragazza che con il suo portamento, il suo sorriso, ha quel je ne sais quoi che riesce a rendere le sue imperfezioni un motivo di unicità del suo essere, che la rende bella”.
Si possono davvero trovare delle imperfezioni in Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Silvana Pampanini o per parlare delle più recenti miss, Cristina Chiabotto e Miriam Leone?
“Lo so che può sembrare difficile perché le prime sono diventate delle icone nel firmamento internazionale del cinema, ma sono sicura che ognuna di loro potrebbe elencarti qualcosa del loro aspetto che non sopportavano. Quello che però è importante sottolineare qui è che ognuna di queste ragazze, grazie a Miss Italia, ha avuto la possibilità di farsi un nome creando qualcosa per se stesse, oltre alle attrici citate altre sono diventate delle ottime presentatrici e modelle affermate.
Mi piace molto sentire le storie delle ragazze che, nonostante abbiano già carriere avviate o stiano studiando, vogliono fare l’esperienza di Miss Italia, semplicemente perché hanno un sogno nel cassetto e lo vogliono realizzare. Certo è un concorso di bellezza, e allora? Non credo che le donne debbano aver paura di mostrare la loro bellezza, come non hanno paura di mostrare la loro intelligenza. E’ un concorso per le donne senza volgarità e che esalta la bellezza della donna – conclude Patrizia – e le statistiche sembrano dargli ragione, giacché i dati demografici rilevano come il concorso televisivo sia seguito più da donne che da uomini.
L’attuale offerta televisiva impone un numero spropositato di talent show che poi creano delle meteore. Io credo che solo per il rispetto della tradizione che questa competizione comporta sia riduttivo paragonarlo a uno di quei tanti format televisivi che provengono ormai solo da case di produzione straniere. E’ triste trovarsi in Argentina o ad Hong Kong e vedere la versione locale dello stesso programma dove i protagonisti seguono lo stesso copione, piangendo a comando, e dove gli stessi giudici hanno le stesse espressioni piangendo a loro volta a comando. A volte credo che sia un insulto all’intelligenza delle persone che li guardano. Miss Italia è al di sopra di tutte quelle dinamiche televisive e merita rispetto non solo per la sua organizzazione ma per l’unicità del prodotto. Possiamo davvero pensare che questa kermesse televisiva, che rappresenta le speranze di giovani donne, possa essere ridotta solo a una squallida voglia di apparire? Io lascerei quest’opinione ai radical chic che sanno solo dare giudizi dai quei salotti ovattati del potere dove è facile credere di fare cultura a stipendio fisso.
Non è giusto soprattutto nei confronti delle speranze di quelle partecipanti che si mettono in gioco, affrontando le selezioni locali per accedere alla finale. Se non avete avuto occasione di vedere una di quelle selezioni, chiedetelo alle mamme, alle nonne, alle zie, ai papà che devono asciugare le lacrime di queste belle ragazze che si sono messe in gioco e che restano deluse nelle loro attese. Ma anche questo è un insegnamento di vita che va al di fuori delle dinamiche sicure che si sentono in famiglia, non sempre si può vincere.
Quanto all’organizzazione, Miss Italia sotto la direzione di Patrizia Mirigliani conta una selezione a livello regionale in cui circa 15.000 ragazze cercano una nuova opportunità. Ed io credo fermamente che chiunque si metta in discussione per seguire un sogno meriti solo rispetto. Come merita altrettanto rispetto il fatto che Patrizia abbia voluto usufruire dei numeri che riesce a mettere insieme con la capillarità delle selezioni, via via fino all’audience delle serate televisive finali, per divulgare giuste cause che affliggono le donne, dalle nuove terapie per la ricerca e cura del cancro alla mammella fino alla produzione di un calendario con la fotografa Tizina Luxardo in onore delle donne vittime di infortuni sul lavoro. Sono tante altre le cause benefiche che Patrizia, con la sua organizzazione, ha aiutato: ultima tra tutte prendere coscienza della drammaticità dello stalking.
Durante l’intervista, però, Patrizia continua a guardare l’orologio e si capisce che, nonostante la sua professionalità, è preoccupata per le sorti del gatto. Devo ammettere che mi sento coinvolto. A un certo punto la porta del salone si apre ed entra la sua assistente con il gatto nel trasportino. Ci precipitiamo a vederlo, sembra un po’ stressato per l’iniezione del veterinario e per essere stato rinchiuso, ma appena gli si apre la porticina con un balzo sparisce per la casa, così da evitare nuove attenzioni. Un segnale perfetto che sta meglio. L’intervista non poteva avere epilogo migliore, Patrizia, però, vuole aggiungere un’ultima cosa: “ Mio padre – dice – ha sempre affermato che questo concorso di bellezza, negli anni, ha reso le donne italiane più libere e le ha aiutate a spostarsi dai canoni tipici che culturalmente vedevano la donna italiana ancorata in un certo ruolo. Come donna posso solo condividere e portare avanti il messaggio di mio padre, perché le donne possano avere sempre più un ruolo nella società odierna e possano soprattutto essere libere di scegliere”.
Chissà cosa pensa di tutto questo la prima radical chic della camera dei deputati, uhm! Patrizia fa tutto questo e ne parla con quel sorriso pieno della sua imparagonabile grazia. La luce che trasmette dagli occhi fa capire come “sente” tutto questo davvero dal profondo del suo cuore. L’altra, la radical chic, beh l’abbiamo vista tutti dal vivo in una televisione, mentre era alla convention democratica di Philadelphia a supporto di Hillary Clinton, una che ha dovuto per prima cosa rifarsi il look per convincere gli americani delle sue capacità come presidente … per cui meglio lasciar stare.