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Giugno 26, 2017VIAGGIO IN SICILIA: il Museo Archeologico Salinas di Palermo per la prima volta apre all’arte contemporanea
Il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo presenta, dal 1 luglio al 10 settembre 2017, Viaggio in Sicilia. Mappe e miti del Mediterraneo, progetto di Planeta per l’Arte e il Territorio, a cura di Valentina Bruschi, con le opere inedite di sei artisti: Marianna Christofides, Gabriella Ciancimino, Malak Helmy, Andrew Mania, Pietro Ruffo, Luca Trevisani.
Arte contemporanea e patrimonio archeologico si confrontano nella mostra conclusiva della settima edizione del progetto di Planeta per l’Arte e il Territorio. Inaugurazione il 30 giugno, apertura al pubblico dal 1 luglio al 10 settembre.
Realizzata in occasione della settima edizione di Viaggio in Sicilia, la mostra è il risultato delle suggestioni nate dalla residenza itinerante d’artista, che si è svolta a settembre 2016 durante il periodo della vendemmia, e dell’incursione degli artisti nella collezione del Museo Salinas. Tra i più importanti siti espositivi archeologici d’Europa, il museo accoglie per la prima volta l’arte contemporanea e consolida la sua attuale vocazione di apertura verso linguaggi sempre più orientati al presente per riscoprire con occhi diversi l’arte del passato.
Sei artisti, tre italiani e tre di altri paesi ma della stessa generazione, hanno viaggiato attraverso il territorio siciliano confrontandosi con luoghi, persone e storie di una delle regioni italiane più ricche in assoluto di miti e leggende. Paesaggio e simbologie hanno acceso il loro immaginario collettivo che si è tradotto in lavori appositamente pensati per gli spazi del museo, dalla scultura al disegno, dalla fotografia al video, in dialogo con i reperti del Museo Salinas. Un itinerario di opere d’arte contemporanea affiancherà il nuovo percorso espositivo del museo che si sviluppa attorno ai due chiostri seicenteschi e comprende le celle della corsia settentrionale del Chiostro Maggiore dell’ex Complesso degli Oratoriani all’Olivella.
“Il progetto è il frutto della collaborazione tra un’istituzione pubblica e un’azienda privata, da sempre interessata alla promozione dell’arte e della cultura, che ha l’obiettivo di stimolare i visitatori del Museo a guardare le opere d’arte antica attraverso lo sguardo degli artisti contemporanei. Questo è un modo per ridurre la percezione erronea di un distacco tra l’arte del passato e quella del presente e per favorire un avvicinamento del pubblico al tema del dialogo tra arti diverse per epoca e per tipologia”, afferma la direttrice del Museo Salinas, Francesca Spatafora.
Tra i più importanti siti musei archeologici d’Europa, il Salinas si apre per la prima volta all’arte contemporanea, proprio grazie alla collaborazione con Planeta: un itinerario di opere affiancherà il nuovo percorso espositivo del museo che si sviluppa attorno ai due chiostri seicenteschi e comprende le celle della corsia settentrionale del Chiostro Maggiore dell’ex Complesso degli Oratoriani all’Olivella.
“Così anche quest’anno, grazie a Viaggio in Sicilia – spiega Francesca Planeta – realizziamo il desiderio di dare il nostro contributo alla valorizzazione di spazi culturali di rara bellezza nella nostra regione, come già abbiamo fatto al museo archeologico di Gela, alla Chiesa di Santa Maria dello Spasimo e alla Cappella dell’Incoronazione di Palermo. Siamo ancor più felici di questa collaborazione con il Museo Salinas, non solo perché rinnoviamo un proficuo esperimento di partnership tra privato e pubblico, ma anche perché inneschiamo una formidabile contaminazione tra l’arte del passato e quella del presente, tra la memoria antica e lo sguardo contemporaneo. Decliniamo nell’arte quella tensione creativa tra tradizione e innovazione che guida tutto il nostro lavoro e tutti i nostri valori, seguendo la combinazione di etica ed estetica, per la tutela e la ricerca della bellezza e generare valore attraverso l’attività imprenditoriale”.
Le opere sono il frutto delle suggestioni raccolte dai sei artisti – tre italiani e tre stranieri – durante il loro viaggio attraverso il territorio siciliano, lungo il quale hanno avuto l’opportunità di esplorare il tema di “Mappe e Miti del Mediterraneo”, confrontandosi con luoghi, persone e storie: paesaggio e simbologie hanno acceso il loro immaginario, che si è tradotto in lavori appositamente pensati per gli spazi Salinas, dalla scultura al disegno, dalla fotografia al video, in dialogo con i reperti del Museo.
LA MOSTRA Come possono dialogare tra loro due temi come mappe e miti? Il mito in Sicilia è una sottotraccia costante, utilizzata fin dall’antichità per spiegare i maestosi fenomeni naturali, dal mare – che circonda tutta l’Isola a tre punte, la cui forma triangolare ha alimentato leggende – ai vulcani perennemente attivi, dall’Etna allo Stromboli. Le mappe hanno una tradizione antica, perfezionata con i geografi arabi. In una linea di continuità che parte dalla maestosità dei templi greci, che dovevano essere ben evidenti e imponenti per chi arrivava da lontano, fino alle chiese-fortezze dei Normanni, ai castelli di Federico II, la geografia di queste zone dissemina il territorio siciliano di significati simbolici, luoghi di protezione e identificazione. Nell’arte contemporanea le mappe sono diventate una vera e propria espressione artistica, a cominciare dagli anni Sessanta, da quelle degli Stati Uniti di Jasper Johns a quelle globali di Alighiero Boetti. Per questi artisti, scala e precisione non hanno importanza e l’intera mappa diventa opera d’arte, dove i lavori rappresentano luoghi riconoscibili anche se non rappresentati con esattezza geografica.
Marianna Christofides (Nicosia, 1980) presenta due film in relazione all’archeologia e alla mitologia, mettendo in discussione punti di vista storici diversi. L’artista ha anche ideato un opera-testo site-specific sul tema del mito e del suo uso nella contemporanea ricerca accademica e scientifica. Gabriella Ciancimino (Palermo, 1978) ha elaborato una mappa durante il viaggio, arricchita in seguito con nuovi elementi che fanno riferimento ad alcune delle carte geografiche contenute all’interno dei volumi antichi della preziosa biblioteca del Museo Salinas, una delle più importanti raccolte librarie della Sicilia.
La Ciancimino presenta anche due sculture che fanno riferimento alla forma della barca, antico simbolo del viaggio e della migrazione di uomini e piante. Malak Helmy (Alessandria d’Egitto, 1982) presenta una serie di sculture e ha realizzato un’installazione sonora – con musica e parole – nello spazio del grande giardino dell’Atrio Maggiore, sotto i cui portici e colonnati un tempo i membri della congregazione religiosa potevano passeggiare e meditare in tranquillità.
Andrew Mania (Bristol, 1974), affascinato dalla perfezione della statuaria classica, ha rielaborato alcune immagini in opere su carta e collage, mentre Pietro Ruffo (Roma, 1978) ha realizzato una grande mappa e un mappamondo di carta in riferimento alla ricchezza linguistica del Mediterraneo, così come si presenta nelle diverse culture rappresentate dai reperti esposti nella sala delle Epigrafi del museo. Luca Trevisani (Verona, 1979) presenta una nuova serie delle sue Notes for dried and living bodies e un lavoro sul calco, custodito al museo, delle celebri incisioni rupestri delle Grotte dell’Addaura che risalgono a circa 12.000 anni fa e che, per motivi di sicurezza, sono chiuse al pubblico. In una delle sale del museo, in relazione alle mappe realizzate dagli artisti, verrà esposto un volume raro, risalente al XVII secolo, con antiche cartografie proveniente dalla biblioteca del museo, che raccoglie circa 25.000 libri originali.
La mostra Viaggio in Sicilia. Mappe e miti del Mediterraneo è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano e inglese, con un’ampia selezione iconografica e i testi di Francesca Spatafora, Valentina Bruschi, Gianluigi Ricuperati, scrittore invitato a partecipare alla tappa finale del viaggio, Vito Planeta e Flavia Frisone. Il viaggio è stato documentato da un ricco reportage fotografico di Leonardo Scotti (Milano, 1988) su planeta.it/viaggioinsicilia, aggiornato costantemente con immagini e riflessioni che illustrano i particolari dei luoghi visitati. Il progetto di Planeta Viaggio in Sicilia ha vinto a maggio 2017 la terza edizione del Premio Gavi – La buona Italia, patrocinato tra gli altri da MiBACT, MIPAAF, Confindustria Federturismo, Civita, Federculture e Touring Club Italiano – per aver efficacemente integrato arte e cultura con un’attività di accoglienza e di valorizzazione turistica del territorio.
IL MUSEO Il Museo Archeologico di Palermo, già Museo Nazionale dedicato oggi ad Antonino Salinas, è la più importante e antica istituzione museale pubblica dell’Isola. Formatosi nel 1814 come Museo dell’Università e divenuto Museo Nazionale nel 1860, vi confluirono, nel tempo, importantissime collezioni e materiali provenienti da vari siti, tra cui le famose metope del tempio C di Selinunte, scoperte nel 1823 dagli architetti inglesi Angell e Harris, che ne avevano tentato il trafugamento. I sovrani Borboni donarono all’Istituto diversi reperti di grande pregio provenienti da Pompei e da Torre del Greco, mentre scavi e acquisti contribuirono ad accrescere le collezioni.
Nel 1865, ad esempio, fu acquistata la prestigiosa raccolta di antichità etrusche costituita da Pietro Bonci Casuccini grazie ai ritrovamenti nei suoi terreni in territorio di Chiusi. Tra le più importanti acquisizioni ricordiamo quella della cosiddetta Pietra di Palermo, con iscrizioni geroglifiche di importanza capitale per la ricostruzione della storia egiziana. Dopo l’unità d’Italia, anche i Savoia donarono al Museo diverse opere, tra cui il magnifico ariete in bronzo da Siracusa. Ma fu soprattutto l’afflusso di reperti provenienti da scavi e acquisti effettuati in gran parte della Sicilia che determinò la rilevanza e il ruolo centrale del Museo, in particolare sotto la direzione di Antonino Salinas (1873-1914), fermamente convinto che l’Istituto dovesse illustrare la storia siciliana dalla preistoria all’età contemporanea. Gli anni del dopoguerra furono fondamentali per la storia dell’istituto che, da quel momento, divenne esclusivamente Museo Archeologico, destinando alla formazione di altre Istituzioni museali, quali Palazzo Abatellis o il Museo Pitré, le collezioni storico artistiche ed etno-antropologiche facenti parte del proprio patrimonio. Dal 2009 al luglio 2016 il seicentesco complesso monumentale dei padri Filippini, che ospita il Museo Salinas, è stato sottoposto a un integrale lavoro di restauro. Attualmente è possibile visitare il nuovo allestimento del piano terra – rinnovato nelle forme e nei contenuti – che ospita la parte più rilevante delle collezioni. Oltre ad organizzare mostre temporanee nei locali già resi disponibili o in altre sedi esterne, per sottolineare il dialogo con la città e con il territorio e veicolare l’idea di un museo accogliente ed ospitale, aperto al nuovo ma, soprattutto, orientato verso il futuro, il Museo Salinas negli ultimi quattro anni ha sviluppato progetti innovativi che parlano i linguaggi della contemporaneità, alcuni dei quali sono diventati oggetto di studio per l’accademia italiana https://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult/article/view/1225 e straniera https://furnacejournal.files.wordpress.com/2015/09/bonacini.pdf