San Martino Castagne e Prosecchino
Novembre 9, 2017Come distinguere un buon distillato e diffidare dei “venditori di bottiglie”.
Dicembre 22, 2017
” Ove dorme il furor d’inclite gesta/ e sien ministri al vivere civile / l’opulenza e il tremore”,
Ugo Foscolo sepolcri 137-139
Vivere nel lusso e nell’opulenza possono certamente essere per qualcuno fonte di grande soddisfazione, dal momento che ogni capriccio può essere appagato.
Tiziana Leopizzi
Se il significato in sè è però quello di possedere un qualcosa che possa distinguere il possessore dal suo prossimo, chiunque esso sia, credo che questo appagamento non possa essere che momentaneo. La cosa in sè, sia il gioiello più costoso al mondo, o un’auto o un animale, e via così, comporta il concetto di competizione e la competizione raramente mantiene il vincitore nella posizione conquistata.
Certo la carta igienica d’oro, la scacchiera, gli orologi, il gioco che fanno a gara per dimostrare palesemente il loro prezzo, e questa è la ragione per cui sono fonte di stupore.
Il loro compito è far sì che chi possiede simili costosi beni si senta privilegiato grazie all’interesse suscitato perched desta meraviglia, che una volta era compito dei poeti come diceva il Giambattista Marino 400 anni fa.” Del poeta è il fin la meraviglia …”
Alla base c’è sempre la stessa motivazione, la meraviglia per l’esclusività del possesso, e conseguente il godimento che questo comporta, ma… c’è un ma. Le emozioni e i sentimenti che questi tipo di oggetti sono destinate poi a suscitare noia perchè non hanno in sè quel qualcosa in più, quella poesia che può donare un’opera d’arte. La raccapricciante bicicletta di ali di farfalle di Damien Hirst è fonte di un cortocircuito se si pensa che Hirts sia un’artista, e per qualcuno lo è. In realtà lo vedo come un uomo alla disperata ricerca di un’eco che possa appagare il suo superego e non è il solo, basta pensare a quei “masoartisti”, mi sia concesso il neologismo, pronti a sottoporsi a torture di ogni tipo pur di arrivare ad una notorietà qual essa sia.
Per questo amo la bellezza e l’armonia, che rispondono a determinati parametri che sono nel nostro DNA e che ci appartengono al punto tale che rimaniano estasiati di fronte per esempio alla facciata del Duomo di Venezia.
Il passato è una grande fonte di esperienze e segreti che attualizzati diventano di una potenza straordinaria.
Così mi sono interessata alla Committenza, che sicuramente in certi caso coincide con il concetto di lusso, ma comporta al suo interno qualcosa in più, perchè il bene creato è destinato ad esprimere le emozioni di chi desidera lasciare una simile traccia di sè. E questo è certamente un lusso che per esempio in Italia si è sempre espresso al massimo tanto da farne uno scrigno di inestimabili tesori che travalicano le mode perchè durano nel tempo. Papi Principi Imperatori, l’aristocrazia in generale, hanno gareggiato nei secoli per assicurarsi l’operato degli artisti, fin dai tempi degli Etruschi e poi dei Romani, per non parlare del Quattrocento e del Rinascimento con Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Donatello, Brunelleschi, per citare i primi che mi vengono in mente. Gli artisti hanno sempre amato lavorare per qualcuno per qualcosa per un luogo e non era da tutti permettersi il loro fare, che era sicuramente un lusso. Ancora oggi godiamo i frutti di questo modo di essere.
Il binomio artista/committente è molto interessante.
Ernst H. Gombrich, autore del volume di Storia dell’Arte più tradotto al mondo, afferma che l’arte nasce come comunicazione. Un importante valore aggiunto che il lusso e l’opulenza sono in grado di dare solo per un periodo limitato. Sono fermamente convinta che i Committenti, che sono una categoria molto sana e costruttiva, siano prima di tutto degli ottimi manager, e quindi ottimi comunicatori e PR. In assenza di quello che oggi si chiama ufficio stampa o consulente di immagine, l’arte era, ed è, uno strumento eccezionale come segno di sé, ad iniziare dai ritratti e dalle sculture. Ed è indubbio che usano un linguaggio così ricco di valori e di valore da travalicare qualsiasi altro mezzo. Emblematico il ruolo svolto nei millenni dal Vaticano, che ha permesso la realizzazione di capolavori eccelsi, ma non solo la Chiesa ha fatto tesoro di questa filosofia, anche i Dogi a Venezia e Genova, le case regnanti, il potere in ogni sua forma che allora come ora ha bisogno di ” segni” e comunque chiunque avesse a cuore la bellezza e i mezzi per poter godere di questi capolavori firmandone la Committenza. Lasciare infatti un segno della propria identità non solo ė un atto gratificante verso sé stessi, ma anche verso la società, “a godimento delle genti” , come precisò Maria Luisa de’Medici, ed è per questo celebrata ancora oggi, vincolando per sempre i suoi tesori alla città di Firenze.
Certo i rubinetti d’oro, il monopoli da più di un milione di euro, gli orologi tempestati di diamanti come le penne, possono lasciare a boccaperta, ma una pinacoteca, o una galleria di sculture nei propri spazi, siamo essi barche, giardini o palazzi, un arredo, una scenografia, sono qualcosa che copre un raggio fisico e atemporale molto più vasto di quanto può comunicare un bene molto costoso che non ha riscontro nell’arte e nella cultura. Oltre a dare il piacere di godere di qualcosa di bello, che prima non esisteva perchè nato da un proprio desiderio, comporta la consapevolezza che con il tempo si rivaluti e non semplicemente invecchi.
Di qui come dicevo prima il mio interesse agli attuali Committenti, coloro che comunque condividono in qualche modo con la comunità la loro passione per l’arte.
(Non ci fermiamo qui però. Partendo dalla constatazione che nella storia dell’arte qualcuno dei nostri illustri avi, ne abbiamo circa un miliardo ciascuno, abbia come i papi usato l’arte come instrumentum regni oltre che per abbellire le proprie dimore ) Abbiamo constatato che la borghesia illuminata in tempi più recenti, dalla rivoluzione industriale diciamo, ha raccolto il testimone dell’aristocrazia e suggeriamo a chi ama il lusso e che magari non si è ancora accostato all’arte, di continuare questa bella tradizione… il Maestro riceveva a bottega persino i Papi.
Non accadeva cosi tra Michelangelo e Sisto IV? Isabella d’Este oltre ad amare la bellezza, usava commissionare i dipinti per trasmettere messaggi criptati ai suoi interlocutori eludendo così le spie mentre Lorenzo il Magnifico faceva della sua corte una fucina d’arte e inviava i “suoi” artisti tra cui Leonardo, Botticelli, Ghirlandaio, nelle diverse corti con cui intendeva aprire un dialogo costruttivo. Il Granduca amava le feste pubbliche, religiose e profane. Verrocchio e ancora Botticelli furono spesso impiegati nella realizzazione di apparati, drappi e stendardi per i giochi cavallereschi che si tenevano nelle strade e nelle piazze della città. Leonardo stesso creava scenografie per le feste e giochi d’acqua.
Detto questo oggi la Committenza ha trovato nell’imprenditoria un porto sicuro, e piano piano il territorio viene segnato da qualcosa che lascia il segno del nostro momento storico, creando un network sicuramente unico nel suo genere. Questo è il vero lusso. In quest’ottica a breve verranno inaugurati il nuovo MISA* Listone Giordano e MISA Terre Margaritelli ( link) , dove sei artisti, Gerry Crotti, Giacomo Filippini,Ignazio Fresu, Giuliana Geronazzo, Bruno Petronzi e Franco Repetto, selezionati dalla Famiglia Margaritelli, che ha un culto per la bellezza, hanno realizzato ciascuno un’opera sul genius loci delle Aziende di proprieta del Gruppo a Torgiano, mentre a Guidonia vicino Roma, Filippo Lippiello ha commissionato una scultura di 18 tonnellate di travertino a Lucilla Catania, così anche le Istituzioni, e del Vaticano abbiamo già detto, a “miracol mostrare”. Molteplici i progetti, le modalità, certamente non esiste una produzione, ma opere progettate, realizzate e vissute per una Committenza illuminata. Perché avendone i mezzi, tanto più equivalenti al valore degli oggetti qui riprodotti, non raccogliere il testimone dalle mani dei nostri illustri avi e continuare il loro percorso segnando con arte e bellezza la nostra vita ed entrare così a pieno titolo nel grande libro della Storia dell’Arte.