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Febbraio 8, 2018Salva l’ora legale. Il Sud sconfigge il Nord: il Parlamento UE rigetta la proposta di abolizione
Volevano abolire quell’ora in più che regala luce la sera, e in alcune latitudini anche la notte, da marzo a ottobre. Il fronte trasversale di eurodeputati del Nord, Centro ed Est Europa, di tutti gli schieramenti politici, ha perso. L’ora legale resta. Tra i Paesi contrari all’ora legale, la Finlandia. A salvare l’ora legale ci hanno pensato gli eurodeputati spagnoli in primis, con due soli Italiani in appoggio alla “resistenza”.
Il Parlamento UE ha completamente stravolto la risoluzione firmata dalla verde Karima Delli, cancellando la richiesta di “interrompere l’attuale cambiamento semestrale dell’ora”, dietro cui si nascondeva l’obiettivo finale del fronte del Nord: abrogare l’ora d’estate. La manovra, insomma, è miseramente fallita. La risoluzione perde di fatto il paragrafo che eliminava l’ora legale e lo modifica con una semplice richiesta inviata alla Commissione Ue di “condurre una valutazione approfondita” della direttive UE del 2000 che regola il cambiamento dell’ora in Europa, e, “se necessario” procedere “a formulare una proposta di revisione della stessa”. L’emendamento “salva ora” è stato proposto da un nutrito gruppo di eurodeputati, a maggioranza e iniziativa spagnola, tra cui figurano anche due membri di Forza Italia, Elisabetta Gardini e Alberto Cirio, gli unici due membri italiani del Parlamento UE che hanno condotto attivamente un’azione di resistenza per l’ora legale. Lo stesso gruppo ha proposto anche un’altra modifica, approvata dalla plenaria, che stravolge un’altra parte della risoluzione, quella sulle motivazioni scientifiche a base della richiesta di abrogazione del cambio orario. È infatti scomparso il considerando in cui si assicurava che “numerosi studi scientifici” non sono riusciti “a dimostrare alcun effetto positivo del cambiamento semestrale dell’ora e, al contrario, hanno segnalato l’esistenza di effetti negativi” sulla salute, l’agricoltura e la sicurezza stradale. Questo paragrafo è stato sostituito con un altro assolutamente neutro: gli studi “non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive”. Da qui la richiesta di un’attenta valutazione da parte della Commissione UE, magra consolazione per il fronte del Nord. Il testo approvato dall’eurocamera ha ribadito che la questione del regime orario deve rimanere uniforme a livello europeo, il che non vuol dire che tutti abbiano la stessa ora, viste le differenze geografiche, ma che deve restare unitaria la decisione di cambiare l’ora tra quella solare e quella legale. Una precisazione che punta a far sì che ai paesi contrari all’ora legale, Finlandia in primis, non venga permesso di prendere decisioni autonome, una possibilità non prevista dall’ordinamento attuale e che per Strasburgo deve rimanere tale.