Semel in Anno Licet Insanire*
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Ottobre 27, 2020“Signori e signore, benvenuti a Venezia! L’unico teatro al mondo dove chiunque può essere protagonista di questo spettacolo all’aperto. Venite, venite ladys and gentlemen ! E’ carnevale! Perdetevi nella magia del momento, lasciatevi trasportare nei tempi di Marco Polo e Casanova, ascoltate la musica di Vivaldi e dei Rondò Veneziano e ballate tutta la notte nella magica atmosfera di piazza San Marco, il salotto più bello del mondo, interpretando la parte che avete sempre sognato”.
Di Massimo Gava
Forse non tutti sanno che la parola carnevale, in più etimologie, deriva dal latino: “Carnem levare” cioè rimuovere la carne dalla dieta, oppure, “ Carne vale” che vorrebbe dire lasciarsi andare ai piaceri della carne.
Comunque sia, l’allusione è alla Quaresima, periodo in cui, anticamente, s’ imponeva il precetto della Chiesa al digiuno. Ecco che il Carnevale offriva quella libertà di trasgressione “godereccia” in prospettiva all’impegno all’astinenza e purificazione che sarebbe seguito.
Nonostante la tradizione quaresimale sia sempre stata parte integrante del calendario cristiano, sopratutto nei paesi di fede cattolica, questa pratica del “carne vale” la si può ricondurre storicamente già alle tradizioni pagane della antica Roma; alla celebrazione del festival di Saturnalia, in onore di Saturno padre di Giove, protettore di Roma, ma pare anche alle celebrazioni di Baccus, dio del vino, poi assorbite nelle festività carnevalesche.
“Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
del doman non c’è certezza…
Così diceva Lorenzo De Medici, detto Il Magnifico (1449-1492), uomo rilevante del rinascimento italiano, al quale saremmo ben lieti se qualche nostro politico, ( non possiamo ahime’ pretendere siano tutti ), si ispirasse per cambiare i destini del nostro paese … che del suo far chiediam contezza!
In ogni caso il Magnifico, con il suo componimento Il Trionfo di Bacco e Arianna, mette in luce che questa tradizione era, già allora, radicata anche nella vicina Firenze. Un’ allegoria propria ai canti carnevaleschi, cosi detti perché composti per essere poi intonati dalle compagnie di attori e musicisti mascherati, durante le processioni dei carri.
Sulle pratiche carnevalesche e i balli in maschera si possono trovare altri riferimenti nel medioevo e proprio da Venezia si ha la prima traccia storica, datata 1268. Questo desiderio di trasgressione era la risposta “lecita” alle restrizioni delle leggi medievali italiane di quel tempo. Era la celebrazione del riscatto dalla miseria e dai soprusi e cominciava 2 settimane prima del mercoledì delle ceneri (primo giorno di Quaresima) per finire con il martedì “grasso”.
Nel XVIII secolo Venezia, in piena decadenza politica, era diventata la città del divertimento e del piacere di tutta Europa così, per molto tempo, il carnevale di Venezia rappresentò il più famoso carnevale al mondo.
Dall’ Italia questa tradizione prese poi campo in altri paesi cattolici, in Spagna Portogallo e Francia e solo successivamente in Germania . Con la colonizzazione poi si estese nelle Americhe.
Le celebrazioni per il carnevale finirono, per timore di disordini, con la cessione di Venezia da parte di Napoleone agli austriaci nel 1798. Anche se l’usanza sopravvisse nelle isole lagunari di Murano e Burano, fu solo sul finire del ‘900 che si riaccese la tradizione che riportò in auge il carnevale veneziano rendendolo il più sofisticato carnevale al mondo.
Ma non esiste carnevale senza maschera! Con essa tutti possono celare la propria identità annullando ogni appartenenza e confondersi in una spregiudicata libertà. Nonostante nei negozi di Venezia, per il piacere dei visitatori, se ne possano trovare di innumerevoli stili e dalle più svariate forme, tradizionalmente, le maschere veneziane sono solo 5.
La Bauta
è la maschera forse più popolare, copre tutta la faccia con una forma squadrata della mandibola che si appuntisce leggermente sul mento. E’fatta cosi per preservare l’ anonimato della persona che la indossa. Non permette però di mangiare o bere in pubblico senza essere tolta.
La MORETTA.
Stessa situazione per La Moretta, le cui origini sono francesi, è una maschera che esalta la bellezza dell’ ovale del viso femminile e viene normalmente completata con un velo.
VOLTO/Larva
sta a significare il volto spettrale bianco di questa maschera, di solito viene indossata abbinata ad un cappello a tricorno e un vestito o un manto (tabarro) nero. La maschera copre la metà superiore del viso per cui consente a chi la indossa di mangiare e bere senza toglierla, pur garantendogli l’anonimato.
COLUMBINA
anche questa maschera copre metà del viso ed è solitamente decorata con oro e argento, cristalli e piume, viene legata strettamente alla testa con un fiocco, come molte delle maschere veneziane . La maschera e’ stata disegnata per Colombina, la giovane donzella della commedia dell’ arte, così che potesse mostrare parte del suo bel visino.
MEDICO DELLA PESTE
Infine il Medico della peste, una delle più riconoscibili e bizzarre maschere veneziane perché ha un naso molto lungo. Questo design è associato alla storia macabra del medico francese Charles de Lorme, medico di Luigi XIII, che indossava una maschera quando trattava i pazienti affetti dalla peste per evitarne il contagio. La popolarità di questa maschera può essere interpretata come un “memento mori” un altro modo, come tante altre attività durante il carnevale, per esorcizzare la realtà della morte
Eccoci qua dunque, signori e signore, ne avete abbastanza di questi accenni storici? Siete dunque pronti per la festa? Avete scelto la vostra maschera e il vostro costume?
Ora lasciatevi alla spalle le orde dei turisti in piazza San Marco e passeggiate tra le calli come un vero veneziano, passate il ponte di Rialto, date un’ occhiata al bellissimo mercato del pesce e fermatevi per un piccolo “cicchetto” all’ ostaria Antico Dolo in Ruga Vecchia San Giovanni, forse meglio nota come Ruga Rialto dove il signor Ruffini sarà molto lieto di intrattenervi con la sua superba cucina casalinga veneziana abbinata ad una eccellente lista di vini.
Se poi decidete di ritornare nel salotto più bello del mondo per raggiungere l’ atmosfera dei glitterati al Cafè Florian ,o sia che siete invitati al ballo in maschera de La Fenice o che optiate per uno dei tanti altri eventi mascherati che vengono organizzati nei palazzi allestiti a festa, ricordatevi,
Carne vale!
Con o senza maschera dimenticate i vostri guai e lasciatevi andare alla spirito delle celebrazioni! La vostra presenza è più che sufficiente per partecipare al più bel reality show all’ aperto dove la creatività dei costumi si intreccia con la scenografia di una città unica al mondo.