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Dicembre 21, 2016Alessandro Da Re ci fa conoscere il lavoro di uno scrittore che lo ha particolarmente colpito per la capacità narrativa di fatti realmente accaduti. L’autore del libro Nicola De Cilia ci porta in una realtà del Veneto cattolico dove il fare e il darsi da fare era sinonimo di aiutare il prossimo, ma la storia ci fa capire che purtroppo non è sempre cosi.
Di Alessandro Da Re
Come raccontare una vicenda politica e sociale realmente accaduta tra il finire degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 in un paesino del nordest?
Ci saremmo potuti limitare ad inserire un breve capitolo in un libro di storia locale: citare luoghi, attori e avvenimenti. Storie poco eccezionali, di un’Italia provinciale, che nell’ambito nazionale potrebbero essere quasi irrilevanti , visto il bollettino giornaliero degli scandali ai quali ci siamo quasi assuefatti.
Eppure, questa vicenda di periferia, fa parte di quel bagaglio di testimonianze che certifica il progressivo logorarsi dei valori della società italiana, dove lentamente e in maniera subdola, la politica ha privilegiato l’interesse del singolo partito e delle persone che ci stanno attorno, alla crescita’ comunitaria.
“Uno scandalo bianco” spiega l’autore, Nicola De Cilia, è “un’opera di fantasia” ma si sa che lo scrittore e’ stato testimone delle vicende qui narrate e romanzandole usando nomi fittizi ha evidenziato meglio le dinamiche delle persone coinvolte.
Non e’ possibile comprendere davvero un cambiamento sociale se non si approfondisce la conoscenza degli attori che ne hanno fatto parte. Angelo Cossalter è il protagonista principale del romanzo. Nella prima parte del libro Angelo ci racconta la sua vita. Un uomo che ha vissuto il periodo della seconda guerra mondiale, nascosto a casa di una zia dopo l’armistizio di Cassibile per non essere precettato dai fascisti. Trascorre la sua infanzia in un clima di ingiustizie e vive il periodo della cosiddetta dittatura Italiana come un’oppressione.
Persona di fede, semplice ed agreste, Angelo trova che i suoi ideali siano ben condivisi dalla Democrazia Cristiana, partito politico fondato nel ’42. Con il sostegno della DC e insieme ai suoi due migliori amici Mario e Armando, fonda la cantina sociale e una banca di credito cooperativo, cassa rurale, come veniva chiamata al tempo, inizialmente fondata a sostegno dei piccoli agricoltori e che poi diventerà necessaria per sostenere la nascente realtà artigianale.
Tutto sembra procedere per il meglio, ma Angelo non si rende conto di come la società italiana stia cambiando e che nuove realtà come il denaro facile e la crescita economica senza scrupoli, stanno prendendo il sopravvento sulle sue giuste cause.
Spenderà una vita intera in politica a difesa e sostegno della sua comunità, anche a rischio di compromettere la stabilità della sua stessa famiglia, e la sua stessa integrità.
Si rischia uno scandalo: la cassa rurale è sul punto di essere commissariata dalla Banca d’Italia per uno scoperto di oltre un miliardo e mezzo di lire, a causa di operazioni fumose e rischiose, dei veri e propri azzardi speculativi, compiuti dal direttore della banca il ragionier Adriano Incarnato.
Angelo per evitare che tutto diventi di pubblico dominio e per non mettere ulteriormente a rischio i risparmi della povera gente, storna oltre duecento milioni di lire dalla cantina sociale su richiesta dell’amico Mario, con garanzia personale.
Come garante dell’operazione di trasferimento fondi dalla cantina alla cassa rurale, si costituisce il dottor Caron, noto avvocato del foro locale, nonché legale di uno dei responsabili degli ammanchi della banca. Ad Angelo viene fatto credere che si sarebbe trattato di un’operazione temporanea e seppur non convinto fino in fondo, per il bene della cassa rurale procede con quella che sembrava l’unica via di uscita.
Il dottor Caron era a anche membro del suo stesso partito il che gli da una certa sicurezza nell’ iniziativa.
Angelo effettua cosi’ tale operazione, e’ ancora convinto dell’onestà del suo partito e dei membri che lo compongono. Non riusciva ancora ad immaginare quanto corrotto potesse essere l’animo di quelle persone, ne immaginava il gratuito accanimento che avrebbero dimostrato nei suoi confronti.
Il protagonista non sa ancora che gli interessi in gioco sono ben più complessi. In una trama di amicizie politiche, interessi economici tra banche, avvocati carrieristi e doppiogiochisti in cerca di carriera politica, come lo stesso Caron, Angelo viene risucchiato in questa vicenda e ne diventa l’agnello sacrificale e per la sua eccessiva fiducia si trova a dover restituire di tasca propria più di trecento milioni vendendo la casa, costruita dopo anni di sacrifici, e licenziarsi per racimolare i soldi della liquidazione. I debiti graveranno sulle spalle della sua famiglia per molti anni.
La seconda parte del libro ruota attorno allo scandalo vero e proprio: Angelo cercherà di galleggiare in un mare di burocrazia, battaglie legali e giochi di potere; lentamente assisteremo alla distruzione di un uomo, e a come questa vicenda farà vacillare le sue convinzioni al punto da fargli dire : “i tempi sono radicalmente mutati, ed io non me ne ero accorto. L’etica del dovere, del sacrificio, che aveva guidato i nostri comportamenti, oggi non vale un fico secco. Prevale il comportamento irresponsabile che non vuole rendere conto a nessuno”.
Non e’ difficile prendere le sue difese, durante lo svolgersi delle storia ma risparmiamo i dettagli lasciando le conclusioni al lettore. Bisogna pero’ affermare che il filo che regge la narrazione non si limita solamente alla denuncia di un fatto realmente accaduto, ma c’è una sorta di manzoniana provvidenza ad accompagnare Angelo, questa costituisce la sua forza ma anche la sua rovina. Lui è convinto che le cose si sistemeranno, che Dio non lo abbandonerà, perché lui è dalla parte del bene e dei giusti e nonostante gli avvenimenti prendano una piega drammatica, non perderà mai la sua fiducia in Dio e nel prossimo anche se non e’ stato in grado si cogliere la differenza tra democristiani e “buoni cristiani”.
Perché leggere questo libro?
Perché, vicende come questa non appartengono solo alla vita di provincia, non appartengono solo all’Italia e soprattutto non appartengono solo al passato. L’autore per farci entrare di più nelle dinamiche psicologiche di questi personaggi ha inserito delle lettere autobiografiche, scritte dai veri protagonisti di questa storia ed e quasi un dovere morale leggerle, per comprendere la società e i suoi cambiamenti e magari chissa’ anche aiutarci a migliorarla, come dice giustamente il protagonista del libro “non solo non si può stare a guardare, ma: è necessario darsi da fare”.
Anche se di questi tempi e’ davvero difficile crederci, l’autore ci aiuta nel poterlo pensare.
“Uno scandalo bianco” e’ disponibile nelle libererie pubblicato da Rubbettino. Costo € 14,00
www.rubbettino.it