Ognissanti e Ognipeccatori: Il Fragile Splendore Delle Feste Dimenticate
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La natura con I suoi colori ci ricorda che siamo ormai in autunno inoltrato. Questa stagione un po’ melanconica porta con se tutti I frutti del lavoro agricolo svolto in estate, la vendemmia e ormai quasi finita e le stoppie lasciate sul campo riflettono che l’ ultimo raccolto della stagione e’ terminato.
Le nostre abitudini alimentari si rivolgono verso cose che possono in una qualche modo preparare il corpo ad affrontare il freddo dell’ inverno. Ecco che si cercano zuppe fatte con zucca, orzo, fagioli, mentre cavolo, verza e radicchio trevigiano fanno da contorno alle varie pietanze della tradizione veneta e friulana.
La polenta nelle sue varieta’ gialla o bianca, non dovrebbe mancare mai sulla tavola come accompagnamento tradizionale ai vari piatti e formaggi piu’ o meno stagionati.
E come dessert? Il supporto vitaminico da frutti preziosi come arance, mele, pere, castagne, noci e fichi.
Il fico appunto, frutto famoso per la sua versatilita’ nasce da una pianta molto interessante che ha bisogno di pochi trattamenti per il suo mantenimento. Testimonianze della sua coltivazione si hanno già nelle prime civiltà agricole in Palestina ed Egitto, da dove si diffuse successivamente in tutto il bacino del Mediterraneo.
La coltivazione del fico si è poi sviluppata in diverse zone del pianeta, ma naturalmente in maniera significativa solo nei distretti climatici dell’ambiente mediterraneo, caldo ed arido. Oltre che in Italia, abbiamo importanti coltivazioni in Turchia, Grecia, Algeria, Spagna, Libia, Marocco, Israele, Francia. Altri paesi di notevole importanza produttiva sono: Portogallo, Siria, Iran, Iraq, Pakistan, India, Cina, California, Argentina, Australia.
Tra le tante coltivazioni nelle diverse regione italiane, abbiamo quella particolare del figo Moro di Caneva, paese di circa settemila abitanti nella provincia di Pordenone in Friuli VG.
Le testimonianze di questa pianta risalgono ai tempi della Serenissima Repubblica Veneta, quando viene citato come “frutto speciale che i porta da Caneva”, scoprendo così la sua antica notorieta’ (1460/1500) di prodotto specifico, il cui gusto e sapore erano talmente decantati, da renderlo ricercato già in un periodo storico dove la domanda era sostenuta, da prodotti derivanti da tutto il Mediterraneo.
Da sempre sappiamo che due teste pensano meglio di una, ed ecco che mescolando tradizione e ricercatezza con un pizzico di genialita’ due personaggi sempre alla ricerca di nuove creazioni a km zero, hanno discusso una sera sulla fattibilita’ di usare questo prezioso frutto per un dessert.
Il risultato? Eccellente off course! ( pron. of cors) Diremmo in Inglese per definire quasi una scontata garanzia. Il nome un eufemismo derivante da il ben piu’ noto dessert, solo che stavolta invece di tirarvi su vi FIGO-VISU-RE-RE-MO con questa leccornia che rinvingorira’il vostro pranzo o le vostre serate in qualsiasi periodo dell” anno.
Stefano Baseotto noto maestro distillatore e Andrea Pessotto chef del ristorante Al Tinello di Brugnera hanno pensato di aggiungere, al di lui gia’ricco e prestigioso menu, una ulteriore leccornia che da subito ha incontrato il palato degli innumerevoli commensali.
Mascarpone e savoiardi sono le sole due cose che ha in comune con il famoso parente. Per il resto I nostri creatori hanno ben pensato di utilizzare della marmellata di fichi aggiungendo una nota amara e speziata per bilanciare l’ esuberanza del dolce. Nella ricetta originale, si usa l’ amaro erbe e spezie della Maschio Bonaventura come ideale per la buona riuscita. Il risultato dei nostri pionieri del gourmet e’di aver dato un tocco originale digestivo ad un dessert che si combina a meraviglia con il nostro frutto.
Alla fine guarnire il tutto con delle fettine del frutto tagliate verticalmente cosi da dare una visione quasi patriottica al dessert. Dopotutto solo in Italia si poteva concepire una simile leccornia, aggiungere altro sarebbe quasi fiato sprecato.
Non vi resta che andare a provarlo al Tinello, oppure visto che i nostri creatori non temono rivali e sono a favore della libera circolazione e sviluppo delle idee, ci hanno concesso di pubblicare l’ intera ricetta dando cosi’ il loro piccolo contributo alla sperimentazione per tutti noi che stiamo passando giorni difficili chiusi in casa. Per cui, buon figomisu’ a tutti.
FigoMisù
INGREDIENTI PER 6 PERSONE
40 grammi di Marmellata di Figo Moro da Caneva
N. 4 Figo Moro da Caneva fresco
500 grammi di Mascarpone fresco
N. 3 rosse d’uovo
250 grammi di Biscotti Savoiardi
100 ml di Amaro Bonaventura Erbe e Spezie etichetta rossa.
PREPARAZIONE:
Tagliare a fettine i 4 fichi freschi e metterli in forno su carta forno a grill per 15 minuti a 180°
In una ampia terrina sbattere le rosse assieme ai 40 grammi di marmellata di Figo Moro da Caneva e ad 10 ml di Amaro Bonaventura Erbe e Spezie etichetta rossa, fino al raggiungimento di una buona cremosità.
Aggiungere successivamente il Mascarpone fresco e mescolare il tutto frullando delicatamente fino al raggiungimento di una deliziosa crema.
Versare in un piatto fondina i 90 ml di Amaro Bonaventura Erbe e Spezie etichetta rossa rimanenti.
Inzuppare rapidamente i Biscotti Savoiardi e disporli affiancati su una pirofila rettangolare in vetro fino a completarne la superficie.
Fatto il primo strato di biscotti così inzuppati, versare la crema Mascarpone/marmellata/rosso d’uovo/amaro preparata in precedenza, in quantità a piacere.
Ripetere un altro strato di Biscotti Savoiardi inzuppati e riporli sopra lo strato di crema precedentemente tirato e finire con la crema Mascarpone/marmellata/rosso d’uovo/amaro rimasta.
Decorare la superficie del dolce con le fettine di fico passate al forno dopo averle raffreddate.
Conservare il dolce così composto per alcune ore in frigo a 5° C prima di degustarlo.