Il Torcolato
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Settembre 4, 2015Amati principalmente da un giovane pubblico internazionale, i romanzi distopici sono diventati un fenomeno letterario e cinematografico commerciale da miliardi di dollari. Chiara Lenisa, che a 18 anni ne è da tempo appassionata, ci racconta il perché del loro successo tra gli adolescenti.
di Chiara Lenisa
Per definizione, la distopia è il contrario di utopia, e nel genere letterario si sviluppa in un’ ambientazione ipotetica di un futuro distante con delle dinamiche sociali e politiche portate all’estremo.
Il genere dei romanzi distopici ha più di 100 anni, partendo da classici della letteratura inglese come “Lord of the World” di Robert Hugh Benson (1908); 1984 di George Orwell (1948); e Lord of the Flies di William Golding (1954).
Ma i libri che hanno pervaso il mercato nel XXI secolo ottenendo un successo commerciale stratosferico, superiore persino ad Harry Potter, provengono soprattutto dagli Stati Uniti d’America, sono per la maggior parte scritti da donne ed hanno generalmente giovani donne come protagoniste. Inoltre, a differenza dei romanzi precedenti, gli oppressi sono generalmente ragazzi e ragazze, mentre gli oppressori sono adulti che detengono il potere.
Il primo fra questi, in termini di successo, è la trilogia The Hunger Games di Suzanne Collins (2008-2010), a cui segue la trilogia di Veronica Roth, Divergent (2011-2013), continuando con The Maze Runner di James Dashner (2009), Matched di Ally Condi (2010), Delirium di Lauren Oliver (2011) e molti altri fino ad arrivare ad Under di Giulia Gubellini (2014) scritto ed ambientato in Italia.
Molti dei libri americani sono già diventati film. Ma perché questo genere di narrativa è così tanto amato dagli adolescenti?
Analizzando questi romanzi , si può notare come spesso abbiano delle caratteristiche comuni. Per esempio, non ci può’ essere romanzo distopico senza una storia di sopruso come asse portante. Di solito la storia si basa su una società divisa. Non ha importanza che ci siano fazioni, distretti o stati, il controllo della situazione è quasi sempre in mano ad una singola persona che esercita il controllo della popolazione tramite la paura.
Ovviamente questo serve per creare i presupposti di un’atmosfera romanzata irreale e confusa, dove le ingiustizie di un sistema corrotto sono celate sotto un manto di finta perfezione, accaparrandosi così l’attenzione del lettore.
In un romanzo distopico è fondamentale che ci sia un evento organizzato dal sistema o dallo stato, come lo si voglia chiamare. Solitamente questo evento viene creato allo scopo di tenere unita la società ed alimentare la percezione che tutto sta andando per il meglio. Esempi significativi di questo tipo di struttura si trovano nel romanzo Hunger Games, ma anche in Divergent, dove la protagonista, Beatrice Prior, al compimento dei suoi sedici anni, deve fare un test sotto forma di simulazione che le dovrebbe rivelare la fazione a cui appartiene.
Nel romanzo Matched, lo stato organizza una cerimonia dove si decidono le coppie da unire in matrimonio, combinando al computer ragazzi e ragazze di 17 anni, così da creare delle famiglie ideali , che produrranno figli sempre più perfetti.
Questi esempi mettono in evidenza come il sistema di potere imponga il controllo in una società fragile e allo stesso tempo ignori la realtà. Altro elemento importante in un romanzo distopico è il ruolo che svolge la scienza. Questa è necessaria non solo per rendere meglio l’idea di essere proiettati in un mondo futuristico, ma soprattutto perché viene ritenuta l’arma più potente nelle mani di coloro che detengono il potere.
Per esempio, nelle “simulazioni” di Divergent, la scienza permette di somministrare un particolare siero alla popolazione che induce visioni delle loro paure, così da poterli collocare nelle corrette fazioni
La psicologia dei protagonisti e’ determinante per il successo di ogni opera letteraria e le loro caratteristiche in un romanzo distopico devono essere evidenti; gli eroi e le eroine sono contro a tutto ciò che li circonda. Spinti da un istinto ribelle, i protagonisti reagiscono contro le imposizioni della loro famiglia e contro le regole comuni della società’, fino a scardinare la fonte di comando del sistema politico in cui hanno vissuto, un mondo ostile nel quale, al contrario degli altri personaggi, non si sono mai integrati. Ed è proprio questo tipo di reazione motivata dalla sete di giustizia e libertà che risveglia le coscienze non solo dei protagonisti del romanzo ma anche del giovane lettore, che tende ad immedesimarsi nei suoi beniamini.
Forse proprio in questo troviamo la risposta al nostro quesito iniziale. Il desiderio di libertà e voglia di lottare contro le ingiustizie del mondo reale, sono temi di importanza fondamentale per un giovane che sta per diventare adulto e che comincia a vedere le cose sbagliate nel sistema.
E’ significativo qui sottolineare come questo tipo di letteratura e la sua simbologia siano diventati fattori di cronaca. In Thailandia il film Mockingjay Il Canto Della Rivolta (terzo capitolo della trilogia di Hunger Games, uscito nei cinema di tutto il mondo nel novembre 2014) è stato proibito , forse per le troppe similitudini con la storia recente del paese visto che l’attuale sistema politico è al potere grazie ad un colpo di stato avvenuto nel 22 maggio 2014. Ecco che i ragazzi thailandesi durante una manifestazione di protesta hanno sollevato la mano destra tenendo alzate le tre dita, ricordando il famoso simbolo di ribellione nel mondo di Hunger Games. Questo esempio sottolinea come la simbologia dei film ispirati da romanzi distopici, possa migrare da un mondo immaginario ad un mondo reale, ed evidenzia la forza comunicativa di questo tipo di letteratura.
Questo successo non è altro che un riconoscimento delle oppressioni, che anche se nella narrativa sono ambientate in un futuro distante, rispecchiano molte delle dinamiche sociali attuali nelle quali l’adolescente si identifica.
Nel romanzo Divergent, la società è divisa in cinque fazioni: Pacifici, Abneganti, Eruditi, Intrepidi e Candidi. Quando l’eroina si rende conto di essere una Divergente, cioè che non appartiene a nessuna delle categorie sopra citate, si sente diversa ed ha paura. Ecco apparire un altro stereotipo nel quale gli adolescenti si identificano, quel sentirsi diversi. Una società’ conformista crea in loro incertezze e li fa sentire minacciati, poiché se non rispettano determinate caratteristiche o parametri vengono annientati. Ed e’ proprio in questo paradosso che la narrativa distopica ha la sua forza, creando quel desiderio di evasione da un confronto con il mondo reale spostato in un mondo parallelo che nonostante venga vestito da anni luce di distanza, e’ molto più vicino a noi di quanto non si creda.
L’umanità negli ultimi cento anni ha fatto passi da gigante, e quello che agli occhi di una persona dell’ 800 potevano essere considerate come delle utopie sono diventate realtà. Non è né possibile né a volte desiderabile arrestare i cambiamenti, ma credo che dovremmo ripensare al concetto di un modello di sviluppo concentrato solo in termini di consumo e sfruttamento delle risorse della terra. Gli adolescenti come me vorrebbero credere che la tecnologia e la scienza potrebbero portare anche ad un mondo migliore, dove non ci siano ne guerre, né epidemie, dove con la ridistribuzione equa delle risorse del pianeta non ci siano persone che muoiono di fame. Certo che può sembrare un’altra utopia. Ricordiamo pero’ che tutte le distopie all’ inizio si presentano come utopie ma comunque rispecchiano in noi adolescenti la nostra speranza di pace e giustizia. Siamo anche consapevoli che non è tutto oro quello che luccica, e che a volte siamo oggetto di sfruttamento da parte di agenzie di marketing e multinazionali che fanno dei nostri stereotipi comportamentali una fonte di guadagno. Ma se un genere letterario è riuscito ad appassionare migliaia di persone ed unirle sotto un unico messaggio, vuol dire che il vero potere della distopia sta forse anche nella capacità dell’ adolescente di estrapolare quello che di finzione esiste in questi romanzi ed adattarlo a suo piacimento alla realtà così da per poter cambiare la mentalità e visione del mondo, facendo credere che qualcosa di vero e giusto si possa ancora fare e non solo virtualmente.